Né scienza né coscienza. La Costituente interviene sull’incredibile capitozzatura degli alberi di Castelbuono
(Riceviamo e pubblichiamo) – A Castelbuono un nuovo atto contro l’ambiente, gli ecosistemi, il riscaldamento globale che cambia il clima: la razzia dell’alberatura del viale sotto il Castello dei Ventimiglia. Un paesaggio mortificato da una motosega con conseguenze pesanti, dunque né scienza né coscienza, perché le capitozzature, che fanno scomparire per intero la chioma, sono una pratica agronomica dannosa. Gli alberi subiscono danni strutturali, diventano fragili ed esposti a un maggiore rischio di malattie e di morte. L’aspettativa di vita delle piante capitozzate diminuisce rispetto a quelle potate correttamente, ovvero spesso ma poco, per lasciare invariata la chioma. Il rischio di rottura e caduta di alberi così mal ridotti cresce e quindi aumenta il pericolo nell’ambiente circostante.
Nel video con l’intervista al prof. Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, emergono i dati riguardanti l’Italia sulle morti a causa delle ondate di calore: migliaia di persone. Ma ovviamente non dappertutto si segue la via dell’irrazionalità, quindi scienza e coscienza ambientale non vengono tradite. Seul, per esempio, ha piantato, 6 milioni di alberi per mitigare l’aumento delle temperature. Frattanto a Castelbuono, nella “bella Sicilia” decantata costantemente dal sindaco, ma bollente, si capitozza senza pietà.
Costituente per la Castelbuono di Domani