Nessun accesso abusivo al sistema informatico SDI per l’interrogazione del nominativo del fratello della fidanzata

[LiveSicilia.it – PALERMO] – Una ragazza e un maresciallo dei carabinieri sono i protagonisti del processo chiuso con l’assoluzione del militare dall’accusa di accesso abusivo al sistema informatico.

Si tratta del già vicecomandante della stazione di Castelbuono, che si è guadagnato l’apprezzamento dei superiori sul campo, soprattutto nelle indagini antidroga quando prestava servizio alla compagnia dei carabinieri di Cefalù. La relazione finisce quando il carabiniere scopre che la donna ha un fratello rimasto coinvolto in una vicenda di spaccio di sostanze stupefacenti. Il militare lo ha scoperto facendo accesso alla banca dati delle forze di polizia. Da qui il processo. Il giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta lo ha prosciolto con la formula più ampia “perché il fatto non sussiste”, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Gioacchino Genchi.

Il processo nasceva su iniziativa autonoma della Procura di Termini Imerese. Nell’ambito di un altro dibattimento ancora in corso in cui, come spiega il legale della donna, l’avvocato Maria Rotondi, il carabiniere è imputato per alcuni reati di cui la stessa donna è parte offesa (è il solo processo in cui è costituita parte civile). I pm ravvisando l’ipotesi di accesso abusivo al sistema informatico trasmise per competenza gli atti alla Procura di Palermo.

I sospetti del maresciallo iniziarono quando sentì un forte odore di marijuana provenire dalla stanza da letto del fratello gemello della fidanzata. Era una stagione già turbolenta fra i due. Così il 26 agosto 2017 consultò la banca dati. Motivazione: “Ricostruzione frequentazioni e ambito sociale soggetto”. Venne a galla la verità che raccontò al suo comandante.

L’avvocato Gioacchino Genchi ha spiegato che “la verifica preventiva di eventuali precedenti penali o pregiudizi di polizia dei soggetti che si è soliti frequentare e con i quali si condividono rapporti sociali, relazioni sentimentali, affinità o semplici amicizie, rientra nei doveri di comportamento dei militari”.

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