Nuovi impianti per Fiasconaro
Un nuovo stabilimento produttivo a Castelbuono per i fratelli Fiasconaro, i maestri del panettone siciliano. L’area di oltre 5mila metri quadrati si trova in contrada San Giovanni, a pochi metri dal laboratorio di contrada Santa Lucia, che per tredici anni è stato il centro della sperimentazione dei prodotti dell’azienda dolciaria.
La nuova struttura occupa una superficie di 4mila metri quadrati, di cui 1.200 dedicati alla produzione. I locali ospiteranno le aree di stoccaggio, gli uffici amministrativi e del marketing, la logistica. L’inaugurazione del nuovo stabilimento si è svolta lo scorso lunedì alla presenza dell’arcivescovo Paolo Romeo, profondo conoscitore delle delizie dolciarie della famiglia Fiasconaro, che ha benedetto la struttura.
Castelbuono è la culla di un’azienda nata una cinquantina di anni fa nel piccolo laboratorio di via San Nicolò e cresciuta sotto la conduzione di «don Mario» (lunedì è stata presentata la sua biografia) – così lo conoscono tutti in paese – e dei tre figli Martino, Fausto e Nicola Fiasconaro. Fino a diventare uno dei principali motori per l’economia delle Madonie e a sfidare il Nord Est, roccaforte del panettone.
E proprio nel cuore della produzione del panettone tradizionale, a Milano, Nicola Fiasconaro e la figlia Agata, dopo aver spedito migliaia di panettoni destinati a centri sociali, ospedali, orfanotrofi, hanno partecipato al progetto «Panettone a Ferragosto», una manifestazione solidale, frutto di una collaborazione con l’amministrazione comunale lombarda.
Il nuovo edificio è già operativo, mentre la sede di contrada Santa Lucia (800 metri quadrati) si trasformerà in show room. L’investimento è visto come la vera novità di crescita. «Eravamo indecisi se fare l’inaugurazione – dice Nicola Fiasconaro -, perché questo è un momento difficile per tante famiglie, a causa della crisi economica. Alla fine, abbiamo deciso che era giusto tagliare il nastro attorniati dai nostri cento impiegati di Castelbuono, in una cerimonia molto toccante». Da un decennio, la ditta Fiasconaro non conosce flessione. Il fatturato supera i tre milioni di euro (2010) e cresce del 10-15% ogni anno; con una produzione di oltre 200mila chili di panettone ogni anno, l’investimento in tecnologia e ricerca scientifica fanno la differenza.
«La nostra è una ricerca maniacale del prodotto siciliano, dell’eccellenza agroalimentare da utilizzare per i nostri dolci – continua Nicola Fiasconaro -. Così forse diamo speranza alla nascita di una filiera locale: dalle uova fresche pastorizzate, agli agrumi e al processo per trasformarli in canditi. Ma per fa ciò serve anche una classe politica attenta al futuro del settore agroalimentare, così come accade all’estero».
Più produzione significa anche più affari, e quindi non sono escluse nuove assunzioni. «È un’ipotesi che non scartiamo – dice Fiasconaro -, soprattutto per l’amministrazione».
I famosi panettoni arrivano in Trentino, Lombardia e Veneto, per quanto riguarda il mercato interno; nel periodo agosto e settembre comincia la produzione per il mercato a stelle e strisce, Australia, Nuova Zelanda, Cina e Giappone. In autunno inizia la produzione per l’Europa e l’Italia: il 40% del prodotto viene venduto in Sicilia. «Ma ancora dobbiamo migliorare – afferma Nicola Fiasconaro -. Spingeremo di più sulla ricerca e sull’acquisizione di materie prime che solo la Sicilia può fornire». E c’è ancora un sogno nel cassetto: la creazione di una Accademia delle Arti culinarie siciliane. «Ne ho parlato con il rettore dell’Università di Palermo – conclude Fiasconaro -. Vorrei che nascesse nel territorio madonita, una scuola per tanti giovani appassionati e per coloro che dall’estero potrebbero apprendere la nostra tradizione culinaria».
(SALVO RICCO – gds.it)