Per Rocco Chinnici e le vittime di mafia del 29 luglio 1983
Oggi un atto di memoria, a 40 anni da una strage di mafia. Quell’estate del 1983, a Palermo, morivano straziati dall’esplosivo il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui Chinnici viveva, Stefano Li Sacchi.
Sentiamo il dovere di ricordare un uomo che incarnava fortemente il senso del dovere e della responsabilità in anni difficilissimi in cui sarebbe stato preferibile non alzare lo sguardo. Invece, relativamente al fenomeno mafioso Chinnici apriva una strada, solcava il pensiero, convinto com’era che senza una nuova coscienza, i magistrati da soli non avrebbero potuto dare scacco alla mafia.
Che i giovani potessero costituire il baluardo della cultura di valori saldi, in antitesi alla mentalità mafiosa, Chinnici lo aveva ben chiaro. A loro parlava soprattutto.
E’ un dovere civico mai superfluo il ricordo del magistrato di Misilmeri e degli uomini morti con lui, ancor più se pensiamo che quella mentalità che porta a disinteressarci dei problemi se non ci toccano direttamente, è a tutt’oggi dura a morire.
La Costituente per la Castelbuono di domani