Petralia Soprana. “IL MURO DI ALDA, un ricordo, omaggio ad Alda Merini” di Paolo D’Anna
Giovedì 6 Agosto – Piazza Duomo ore 21:15, ingresso libero
Petralia Soprana, 04 agosto 2020 – La piazza Duomo di Petralia Soprana accoglie lo spettacolo scritto e raccontato da Paolo D’Anna: “IL MURO DI ALDA, un ricordo, omaggio ad Alda Merini”.
Giovedì 6 agosto, dalle ore 21:15 con ingresso libero, la splendida piazza si trasformerà in palcoscenico e farà conoscere la storia della poetessa Alda Merini. IL MURO DI ALDA è infatti un racconto, il ricordo, un omaggio alla poetessa. Nel suo spettacolo, l’autore, ripercorre con la memoria l’incontro avuto nella casa della Merini a Milano. Un omaggio, un piccolo viaggio nella Milano dei Navigli e nella vita travagliata e allo stesso tempo unica di una grande poetessa italiana.
Paolo D’Anna è poeta, scrittore e regista teatrale Paolo. Nasce a Caronia (Messina) ma vive da sempre a Calolziocorte in provincia di Lecco. Giovanissimo si impegna in campo sociale e culturale, fonda con un gruppo di amici la rivista di informazione “Proposta”. Frequenta a Milano i laboratori teatrali di Giorgio Strehler e si avvicina al teatro di Dario Fo e Franca Rame. Insieme alla passione per il teatro coltiva quella per la scrittura. Il 2017 è un anno proficuo per l’autore che esce con ben tre pubblicazioni: Odore della notte, raccolta di versi omaggio a Pier Paolo Pasolini, Il muro di Alda, omaggio alla poetessa Alda Merini ed infine il romanzo Angelina.
Il romanzo “IL MURO DI ALDA, un ricordo, omaggio ad Alda Merini”
In questo romanzo breve Paolo D’Anna descrive una giornata passata con il libraio Fabio per i Navigli, conclusasi con l’incontro con la poetessa Alda Merini, alla quale Fabio doveva consegnare un libro. Un evento semplice, forse banale, che gli è rimasto nella mente in modo talmente intenso e coinvolgente da dedicarle un omaggio teatrale ed ora anche un libro. Gli altri personaggi che compaiono nella narrazione, il libraio Fabio, la signora Wanda, la sua gatta Regina, sembrano attori su un grande palcoscenico. Prendono posto, recitano la loro parte e scompaiono come comparse che hanno terminato il loro ruolo. È Alda Merini invece a riempire tutto lo spazio a disposizione, non soltanto come poetessa, ma come persona che ha sempre lottato contro avversità, malattia, solitudine dell’anima.