Piano regionale di dimensionamento scolastico 93 istituti in meno in Sicilia
Molto preoccupati a risentirne sarà la qualità del servizio scolastico nella nostra regione”
“Eravamo già preoccupati e avevamo criticato la scelta di sopprimere 93 istituti scolastici in Sicilia. Eppure da mesi le rappresentanze presenti nelle Conferenze Territoriali (provveditori, Dirigenti scolastici, amministrazioni comunali, organizzazioni sindacali) con competenza e responsabilità avevano lavorato per fare coincidere l’obiettivo di razionalizzazione la rete scolastica con l’esigenza di non penalizzare oltre modo l’offerta agli studenti e alle famiglie. per evitare di indebolire la capacità operativa delle scuole coinvolte.
Si poteva fare meglio per qualità e per quantità ora temiamo che a risentirne sarà proprio la qualità del servizio scolastico regionale”. Ad affermarlo è Francesca Bellia segretaria generale Cisl Scuola Sicilia che interviene così sul piano di dimensionamento della rete scolastica in Sicilia, al termine della conferenza regionale che si è svolta stamani presso la sede dell’assessorato all’Istruzione con i sindacati di settore i dirigenti degli uffici scolastici provinciali e il direttore Usr Sicilia. Nel dettaglio verranno soppressi 19 istituti a Palermo, altrettanti a Catania, 11 a Messina, 7 a Caltanissetta, 5 ad Enna, 9 ad Agrigento, 9 a Trapani, 6 a Ragusa e 10 a Siracusa. “L’assessore regionale all’Istruzione Turano – continua Bellia – poteva fare meglio e di più, se avesse ascoltato e preso a riferimento le proposte definite dai territori. Nel Piano esitato registriamo contraddizioni che possono avere ricadute negative sulla rete scolastiche, visto che la Regione non ha voluto definire un quadro coerente e lineare rispetto alle proposte definite dalle Conferenze, e che per diverse realtà, non tiene conto dei criteri e parametri indicati dalla normativa ministeriale”. “Nel corso dell’incontro di oggi, abbiamo ribadito all’assessore che questa sua scelta vanifica lo sforzo di razionalizzazione secondo criteri di equità su cui tutte le conferenze di servizi avevano lavorato, e rischia di inserire elementi di discrezionalità nelle scelte operate”. Adesso si attende il decreto regionale con i nuovi numeri delle soppressioni comunicati stamani ai sindacati