Pino Abbate torna a scrivere in merito ai lavori di ripristino del manto stradale della nuova circonvallazione
In uno stato in cui vi è ancora libertà di parola e di espressione ogni cittadino, nel rispetto della legge e sotto la propria responsabilità, può esprimere il suo pensiero ed anche il suo dissenso e le proprie critiche in relazione a particolari fatti, eventi , opere ed omissioni. Le istituzioni alle quali sono rivolte avrebbero il dovere di ascoltarle, prenderne visione e, se ritenute degne di considerazione farle proprie. Ciò è solo utopia. Gli abitanti dei “palazzi”, infatti, ascoltano sì, commentano tra di loro e poi con molta pazienza aspettano che il vento del tempo le spazzi via.
La premessa per ritornare su un argomento affrontato giorni fa riguardo agli attuali lavori sulla circonvallazione est di Castelbuono. L’intervento si prefiggeva soltanto di invitare quanti preposti alla esecuzione dei lavori , alla loro direzione ed al loro superiore controllo a non commettere i medesimi errori fatti in precedenza che sono stati causa di tutti i problemi verificatisi e di tutte le polemiche, accuse e quant’altro. Questo ci si aspettava dallo scrivente e da tutti i commenti in particolare di quelli coerenti e centrati. E’ stato evidenziato che la fondazione stradale e gli strati di asfalto eseguiti , forse perché così progettati in origine e nella successiva variante, non erano coerenti con il tipo di opera realizzata. Il progetto di una circonvallazione , indipendentemente dal contingente momentaneo aumentato traffico, per durare negli anni, oltre all’assestamento dei rilevati, avrebbe come minimo dovuto prevedere una fondazione in materiale inerte di adeguata granulometria per uno spessore di almeno cm.30 adeguatamente rullato e compresso , uno “strato di base” di conglomerato bituminoso di grossa granulometria per uno spessore finito di cm. 10 , uno strato di “binder” dello spessore finito di cm. 5, un tappetino di finitura di cm. 3. Tutto ciò probabilmente non era previsto in progetto e se così è, lo stesso non avrebbe dovuto essere approvato o ,quanto meno, avrebbe dovuto essere variato in corso d’opera per evitare che si verificasse quanto poi invece si è verificato.
Se era invece tutto previsto e non variato le responsabilità sono di gran lunga superiori e ricadono su più soggetti.
Da qualche settimana, al fine di risolvere in via definitiva tutti i problemi insorti e provvedere a chiudere il procedimento con il collaudo amministrativo definitivo, sono iniziati e sono tutt’ora in corso alcuni lavori che, per la loro parzialità, non potranno considerarsi risolutivi anche perché sul buon sottofondo ricollocato sarà steso uno strato di asfalto non superiore a 5-6 cm. come si evidenzia dalla foto allegata.
Se la sentirà il collaudatore incaricato di dichiarare l’opera eseguita a regola d’arte e conforme alle buone norme di esecuzione? La responsabilità , se c’è, è da attribuire tutta e soltanto all’impresa?
Pino Abbate