Piretiche effusioni sanremeidi

Tempo di lettura 4/5 minuti

(Di Francesco Di Garbo) – Il concorso canoro di Sanremo è da sempre stato considerato per tanti aspetti, più o meno appropriati, lo specchio fedele della realtà sociale italiana.

A ragion veduta nella settimana in cui si tiene il Festival tutta l’Italia, o quantomeno la metà e passa di essa, è con la testa a Sanremo. L’altra metà, volente o nolente, se ne deve sorbire il brusio. Il brusio sanremeide, infatti, copre tutto il suolo, l’aria e lo spirito nazionale con assordanti disquisizioni; della serie: o vieni, o trascinato sarai.

Negli anni 50 furono tutte rose e fiori, morigeratezza imperante.

Nei 60 i pettegolezzi pudicamente si bisbigliavano.

Negli anni 70 i cantautori venivano censurati, e preferivano il premio Tenco.

Negli anni 80 si trasmodava ma non se ne parlava, mentre le canzonette impazzavano.

Nei 90 tutto si sdoganava e le volgarità avanzavano, e chi più grossa l’ostentava si premiava.

Negli anni zero le polemiche divampavano e tutti le sparavano per rinfocolare a dismisura l’egocentrismo.

Negli anni a seguire il trash divenne normalità come elemento portante per fare share.

Il trash invade tutta la TV e dunque anche Sanremo che essendo manifestazione canora per cuori leggeri abbonda di frivolezze in cui sguazzano i pettegolezzi. In un sistema di mercato dove contano solo i dati auditel sembra che la vera gara sia: quanto più triviale la si spara tanto più l’audience sale. La scusa è quella buona: lo vuole il pubblico. Il pubblico che guarda Sanremo ama le cose piccanti, tanto ormai la società italiana s’è disinibita e non si scandalizza più. È finito il tempo dei moralisti e dei villeggianti. Adesso anche i più retrivi non ci fanno caso: il costume s’è sbottonato con mise trasparenti provocanti. I guardiani della tradizione sono scomparsi. I pseudo conservatori, pure quelli di destra, che vi erano legati con le catene, se ne sono liberati e del trash se ne son fatti una buona ragione. Hanno scoperto che essere scurrile fa pendant elettorale. Come dire: a caval donato non si guarda in bocca, a voi il trash, a noi il potere. Pur di conservare il potere hanno smesso d’essere conformisti.

In buona sostanza Sanremo è diventato una carnevalata tout court. Il dio denaro ha fatto breccia sul bon ton e l’ha sconfitto. Cose che capitano, anche in una Nazione cattolicissima come l’Italia. I conservatori-conformisti hanno abbassato la cresta e non gridano più “al lupo, al lupo”. Ma se Sanremo è lo specchio della società e la società vi si riflette, allora è la società ad essersi trasformata in pecorame individualista ed egoista, che ama la litigiosità stravagante e la caciara continua. Ma Sanremo non ne ha colpa, è stato il cambiamento della società ad indurre Sanremo ad uniformarsi altrimenti rischiava di non essere seguito e dover chiudere i battenti.

La mutazione antropologica in senso volgare degli italiani è avvenuta a partire dagli anni ottanta con l’avvento dei privati, e la caduta repentina dei valori politici, morali e di costume portati avanti dai movimenti giovanili a cavallo degli anni 60/70: cioè la cultura alternativa underground. L’underground in un battibaleno è stato fagocitato dal mercato, così se ne sta quieto. La musica alternativa è seguita da destra e da sinistra in un unico calderone, quindi ha perso quel quid sovversivo che la caratterizzava. La società s’è uniformata e la cultura è omogenizzata. E non faccio di tutta l’erba un fascio, ma per un buon ottanta per cento ci sta.

L’affermazione dell’idea della competizione sfrenata tra gli individui ha causato la deflagrazione d’ogni decenza, compresa l’autocommiserazione piagnucolosa. Mettere a nudo il privato pudore intimo pur di affermare il proprio ego in pubblico e monetizzarlo. Così Sanremo si è dovuto adeguare allo sguaiato modo d’agire degli italiani e ha contribuito ad avallarne l’uso pubblico, anzi rincarando la dose.

Se il Festival di Sanremo resiste e fa tanti ascolti, il fatto non è solo dovuto al concorso canoro, ma in primis alle volgarità che rappresenta e quindi alla sua capacità d’intercettare le paturnie della società italiana con la quale strizza l’occhio a vicenda. Il fatto che tutti ne parlino a tambur battente è dovuto all’acquolina in bocca che suscita negli italiani per le liti, l’irrisione, la denigrazione e, dunque lo spettacolo trash che se ne origina e ne deriva. La gente è ghiotta di sputtanamenti, outing stuzzicanti, battibecchi scabrosi, e via dicendo. È un modo per prendersi un’effimera rivincita di fronte alle proprie debolezze, scaricandole sullo spettacolo offerto dal circo festivaliero. È una pia illusione, quella del pubblico, di potersi immedesimare negli attori del Festival, cantanti, presentatori e commentatori ed invidiarli nella loro recita. Pia illusione in quanto quello dei protagonisti televisivi non è per niente un atto catartico verso il pubblico represso, ma l’individuazione del capro espiatorio dove poter scaricare il peso dell’esistenza e ripulirsi in modo aleatorio la propria coscienza, dissimulando in questo modo che si tratta soltanto di mero business: soldi, soldi, soldi.

Eppure magicamente Sanremo resta in auge nel cuore degli italiani. A ben vedere, ribadisco, la magia di Sanremo consiste nell’accontentare tutte le fasce e gli strati della società. Nord-Sud, Est-Ovest, montagne e pianure. Destra-Sinistra, Centro, Periferie e Sobborghi. Ce n’è per tutti i gusti, i sapori e dissapori, l’udito e il tatto. Le querelle e gli alterchi, gli screzi e lunghe tirate d’orecchi, servono giusto e solo per fare il pieno d’audience. Nonostante tutto Sanremo è percepito dal pubblico come un microcosmo fatato. Una favola postmoderna dove alla fine tutti vissero felici e contenti: vizi, lazzi, frizzi e scazzi. Dalla sua nascita Sanremo ha assunto la funzione cruciale d’essere un fatto d’interesse nazionale che va oltre la politica, la morale, e il costume retrogrado perbenista o modernista liberal: ciò che importa è che resti nell’alveo del fiume carsico del pensiero sociale e culturale uniforme e bipartisan.

Buon Sanremo a tutti.

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Cosa ne pensi? Commenta!x