A proposito del teatro amatoriale castelbuonese: “Pani, Amuri e…Tumpulati”
Come sappiamo Castelbuono ha un buon rapporto col teatro amatoriale: un rapporto…potremmo dire “d’amorosi sensi”…che si perde in tempi remoti.
Molti gruppi hanno lunga esperienza (con relativa lunga lista di successi), altri gruppi hanno vita più recente e così sul caldo gioco del palcoscenico si alternano anziani e giovani, animati da grande passione: tutto ciò fa cultura, è arte, diventa storia.
In tale contesto si collocano i gruppi che recitano in dialetto siciliano, con l’intrinseca difficoltà (e quindi maestria) di far percepire chiaramente al pubblico il senso della battuta.
Quest’anno abbiamo ritrovato sul palco il gruppo de “i Frastornati” con la commedia brillante “Pani, Amuri e…Tumpulati”: la classica storia di famiglia col solito nonnetto rincoglionito, la zitella in calore, i coniugi col sospetto delle corna e in vena di divorzio.
Il lavoro è stato decisamente piacevole: la storia avvincente, il testo esilarante, la recitazione perfetta, la gestualità e il sincronismo corretti, la regia eccellente. Risultato: ogni sera piazze stracolme e un continuo, spontaneo, caloroso strappare di applausi.
Alla fine dello spettacolo a Castelbuono abbiamo colto una frase unanime: “Bravi veramente tutti i componenti della compagnia”. Non basta, perchè dall’indagine sono emersi a grande maggioranza stupefatti complimenti e concordi consensi soprattutto per l’accuratezza del testo e delle numerosissime battute popolaresche: credo che la meticolosa ricerca di tali battute e delle loro tonalità, ormai poco in uso nel linguaggio comune, e quindi la rivisitazione della dialettica popolare sia un grande merito del regista. In tal senso la compagnia “i Frastornati” si qualifica per la sua originalità e si eleva in qualità per aver fatto rivivere sul palcoscenico l’autentico, unico, genuino, nostro dialetto “ncarcatu”.
Sandro Morici