Può un bullo oscurare la civiltà politica di Castelbuono?
(Riceviamo e pubblichiamo) – Nelle settimane passate abbiamo assistito a continue polemiche da parte del Gruppo di Minoranza, sia in Consiglio comunale che attraverso articoli e commenti sui social, riguardo al ritrovamento di reperti archeologici presso l’ex Cine-Teatro le Fontanelle durante i lavori di ristrutturazione.
È giusto ricordare che il Gruppo politico “La Costituente per la Castelbuono di domani” si è sempre contraddistinto per l’ostruzionismo su questa opera pubblica.
Il movimento “Comitato le Fontanelle”, infatti, contrario al progetto che prevede la ristrutturazione dell’ex Cine-Teatro in uno spazio polifunzionale, è stato creato in modo strumentale, ingannando molti aderenti con l’obiettivo di diventare un contenitore politico capace di aggregare persone contro l’attuale Amministrazione.
Questo obiettivo, tuttavia, è fallito.
Nonostante la sconfitta elettorale della Costituente, l’ostruzionismo alla realizzazione dell’opera pubblica più rappresentativa della nostra comunità continua.
Ricordo che quella struttura è stata chiusa frettolosamente nel 1984/85, senza una motivazione plausibile.
Sarebbe opportuno che chi si occupa di “ricostruzioni storiche” avesse l’onestà intellettuale di ricostruire anche questa vicenda, dall’abbattimento del vecchio Teatro di corte alla costruzione del nuovo cine-teatro in cemento armato, con tetto in eternit, a cui è stata aumentata la sagoma per recuperare posti e spazi. Non dimentichiamo che quell’opera è stata realizzata e gestita da privati (oggi si chiamerebbe project financing).
Ecco perché sarebbe importante ricostruire quegli anni.
Dal 1984 la struttura è stata chiusa. Dopo molti anni, siamo finalmente riusciti a iniziare i lavori di ristrutturazione.
Tuttavia, è iniziato un continuo susseguirsi di esposti, articoli e commenti, inizialmente da parte del “Comitato le Fontanelle” e, dopo le elezioni, dal gruppo politico “La Costituente della Castelbuono di Domani”, con l’obiettivo di bloccare il cantiere e mettere a rischio il finanziamento.
Per nove mesi i lavori sono rimasti bloccati poiché la Sovrintendenza, pressata da questi esposti, ha dovuto approfondire i pareri espressi. Tutti comprendiamo che questo clima ha generato apprensione.
La strategia del gruppo di minoranza di gridare “al lupo, al lupo” raggiunge il suo scopo: creare apprensione e inasprire il confronto tra le Istituzioni, i professionisti e l’impresa, con l’unico obiettivo di bloccare i lavori.
A tutto ciò abbiamo risposto con il dialogo, con l’incontro e la mediazione. Purtroppo, in questo clima, ogni attore di questa vicenda ha dovuto adottare una propria strategia, coinvolgendo esperti, consulenti e avvocati. Tutti comprendiamo che tutto ciò, oltre a richiedere tempo, ci ha costretti a destinare somme aggiuntive.
La buona notizia è che il 30 settembre scorso la direzione dei lavori ha consegnato la ripresa delle attività e il successivo lunedì 14 ottobre il cantiere è stato riaperto. Siamo fiduciosi che la serietà e la determinazione di tutti coloro che partecipano alla realizzazione di questa strategica opera pubblica, insieme agli approfondimenti fatti dagli organi preposti, ci porteranno a completare questa importante opera pubblica che la comunità di Castelbuono attende da 40 anni.
Scrivevo all’inizio che il gruppo politico di minoranza, la Costituente della Castelbuono di Domani, non demorde. Sia in Consiglio comunale, con la candidata a Sindaco oggi Capogruppo, sia attraverso articoli e commenti del mancato principe consorte, continuano a raccontare bugie per motivare le proprie farneticanti posizioni.
Continuano ad affermare o scrivere, infatti, che durante i lavori realizzati nei mesi in cui il cantiere era attivo, sono stati distrutti importanti reperti archeologici.
Per evitare incomprensioni o letture di parte, ed avendo un archeologo competente che ha presidiato il cantiere in ogni istante, ho chiesto chiarimenti su queste dichiarazioni.
Di seguito le risposte motivate e ben argomentate:
“Tutte le evidenze emerse presso l’ex cineteatro Le Fontanelle sono state censite e documentate dal sottoscritto in occasione delle precedenti indagini archeologiche del 2013”.
“Nessuna attività di scavo è stata eseguita senza il consenso della Soprintendenza e, di conseguenza, non è possibile affermare che siano stati distrutti reperti storici in quanto la Soprintendenza stessa è l’organo che, riconoscendo il valore culturale delle evidenze, ne garantisce la tutela”.
Nel 2013 sono stati intrapresi una serie di interventi significativi, che dimostrano chiaramente l’infondatezza delle affermazioni fatte dal mancato principe consorte e dal Capogruppo di minoranza, Annamaria Cangelosi.
Quest’ultima ha dichiarato in Consiglio che gli scavi recenti avrebbero distrutto importanti reperti storici. Tuttavia, i lavori sono stati condotti con la massima attenzione e rispetto per il patrimonio archeologico, garantendo la conservazione e la valorizzazione dei reperti rinvenuti.
L’archeologo, con la sua vasta esperienza e in collaborazione con la Sovrintendenza di Palermo, continua a scrivere quanto segue:
“Le attività di scavo effettuate con mezzo meccanico hanno coinvolto principalmente le fondazioni del demolito cine-teatro novecentesco e alcune porzioni superstiti di fondazioni e stratigrafie che sono state già documentate (principalmente in occasioni degli scavi del 2013) e riferite alle ultimatissime fasi di vita del teatro storico, vale a dire inquadrabile tra la seconda metà dell’ottocento e i primi anni del Novecento.”
Come può notare chi non ha preconcetti o posizioni strumentali, l’operato della Direzione dei Lavori, del RUP e, tramite loro, dell’Amministrazione comunale, è stato volto a ricostruire uno spazio culturale che manca a Castelbuono da 40 anni. Questo è stato fatto senza distruggere o cancellare la memoria storica, che è ancora presente nelle fondamenta.
Le accuse di scempio sono smentite non solo dalla relazione dell’archeologo, ma anche dai lavori eseguiti con parsimonia e scrupolo dall’impresa, sotto la supervisione della Direzione dei Lavori e del RUP, che sovrintendono a tutte le fasi del progetto.
Per rassicurare il paese reale e tutti coloro che ogni giorno operano per accrescere il benessere del “sistema paese”, riporto un altro stralcio del documento inviatomi su mia richiesta dall’archeologo;
“Voglio ricordare, inoltre, che le principali evidenze inedite individuate durante l’attività di sorveglianza archeologica agli scavi del 2023 sono state oggetto di scavo archeologico stratificato eseguito dal sottoscritto sotto la direzione della Soprindendenza. Solamente due dei quattro saggi archeologici che in corso d’opera sono stati prescritti dalla Soprindendenza, sono stati chiusi definitivamente e, in particolare, quelli che ricadevono nell’area dell’edificio da costruire”.
Questa è la storia di questi ultimi mesi che riguarda l’intervento di ristrutturazione dell’ex cine-teatro Le Fontanelle, questo è il lavoro che stiamo portando avanti per affermare il prestigio della nostra comunità nel Mondo.
In questi anni siamo stati capaci di costruire relazioni, eventi, strutturare Istituzioni che sono eccellenze, che permettono alla nostra Castelbuono di non temere confronto con altre realtà.
Tutto ciò lo facciamo mettendoci impegno quotidiano, senza guardare orari e giornate, avendo al centro il bene comune.
Nella nostra militanza politica abbiamo appreso che il confronto può essere anche aspro ma mai deve travalicare il rispetto umano e delle Istituzioni.
La mia esperienza di questi lunghi anni di impegno pubblico mi hanno forgiato ad accettare critiche e offese anche personali, ma mai avrei pensato che qualcuno, pur di affermare le sue deliranti affermazioni si sarebbe spinto ad augurarmi la morte.
Il problema non è lui che della sua non-socialità ne ha fatto un modus operandi, ma chi ancora lo considera il mentore della Costituente della Castelbuono di Domani.
Leggete cosa scrive il mancato principe consorte in un commento sul blog di Castelbuono Live, dove è pubblicato un articolo che ritrae il Sindaco di San Mauro Castelverde insieme al sottoscritto durante un convegno sul sistema archeologico in Sicilia, invitato come Presidente dell’Uncem Sicilia per discutere e confrontarci sulla valorizzazione dei Borghi all’interno del contesto dell’immenso patrimonio archeologico siciliano.
Di solito, evito di discutere argomenti di cui non conosco i dettagli. Tuttavia, quell’incontro, molto apprezzato, ha aperto un dialogo tra i Comuni montani e il sistema dei siti archeologici siciliani.
Il principe consorte mancato, ormai ossessionato da una fobia nei miei confronti, ha colto l’occasione per riaffermare le sue deliranti accuse riguardo alla distruzione dei reperti archeologici durante gli scavi.
Su questo non ritorno, poiché l’archeologo ha chiarito come i reperti siano stati censiti, catalogati e conservati.
La cosa che sorprende e addolora è notare la seguente frase: “Che della grande scuola siciliana di archeologia, Sebastiano Tusa murìu e il tipo in foto che sfoggia in tutte le tonalità del celestino (che sono io, indossando abiti celestini) arristàu.”
Mi chiedo: si può davvero cadere così in basso? Perché il gruppo politico, di cui il mancato principe consorte si è spesso dichiarato ideologo, mantiene questo assordante silenzio e condivide questa frase?
Ognuno tragga le proprie conclusioni.
Io da parte mia sono sereno nel fornire risposte e soluzioni alle varie questioni che affrontiamo quotidianamente nell’amministrare una comunità dinamica come quella di Castelbuono.
Spero che tutti noi possiamo affrontare il confronto politico concentrandoci sugli argomenti e sui temi che interessano la comunità.
La vera sfida è proprio questa: discutere di progetti, idee e visioni, piuttosto che cedere a continue polemiche strumentali.
Il Sindaco Mario Cicero