Quel piccolo grande ombelico del mondo che è la nostra Castelbuono!

Quel piccolo grande ombelico del mondo che è la nostra Castelbuono!

(di Daniele Di Vuono).

Premetto come sempre di essere un semplice cittadino innamorato della “Commedia” dell’arte della “Satira” e da buon Castelbuonese dell’ “Arte della Smancia” che vede la sua massima incarnazione nella storica tradizione del “Veglione Castelbuonese”. Quest’ultimo che da sempre è stato trampolino di lancio di illustri compaesani che hanno dato e danno ancora lustro all’Arte della Commedia sia locale che non. Ed in particolare questa estate che oramai ci stiamo lasciando alle spalle, durante l’edizione 2013 del “Teatro Festival” ha visto (non inaspettatamente) spiccare due (e forse più) nuove promesse dell’Arte della Commedia.

 

Mi devono scusare le persone più preparate, o i critici più illustri, se do la sensazione di esagerare, ma essendo un semplice cittadino credo di esprimere la sensazione del Castelbuonese comune, che ama la Commedia senza pretesa alcuna. Pertanto chiedo venia se la mia “eccessiva” esaltazione potrà far storcere il naso ai più esperti in materia. Ma non posso fare a meno di esprimere tutto il mio entusiasmo per le pièce teatrali messe in opera dal duo di cui vi accennavo prima. Ovviamente mi riferisco a Giuseppe Vignieri e Gabriele Perrini. (Due giovani ragazzi “Signore e Signori”!) Senza dubbio due giovani promesse del mondo del Teatro! E né hanno dato una grande e bella prova nelle loro opere teatrali. (oro nel senso che sono state proprio scritte, dirette e interpretate da loro stessi!) “La Luce del Potere” di Giuseppe Vignieri insieme alla Compagnia dei Trovatori e “A Famìjja ddifittusa” di Gabriele Perrini con il Gruppo dei Neuroninatto.

Sono sincero sull’opera di Giuseppe Vignieri potrei scrivere fiumi di parole e complimenti. Sulla sceneggiatura e soprattutto sulla proverbiale interpretazione di Giuseppe nel ruolo del “Giullare Sepillo”! Ruolo che calza a pennello e in cui Giuseppe ha iniziato a darne sfoggio né “I Giullari di Corte” durante le precedenti edizioni del Veglione Castelbuonese. Ma credo che con l’opera “La Luce del Potere” abbia trovato il culmine dell’interpretazione, in un connubio tra la Satira, il Dramma e la Commedia.

 

Una miscela che grazie a una sceneggiatura che ai più fini critici forse sarà parsa a tratti di una volontà tale a voler far passare un messaggio fin troppo attuale, scadendo in un apparente monito populista e demagogo. Cosa che in realtà Giuseppe, in particolare impersonando Sepillo seduto sopra la piccola fontana del Chiostro (e non chiosco) di San Francesco, riesce a far incanalare e a veicolare l’attenzione dello spettatore che in maniera referenziale non riesce a non porgere la propria attenzione alla parte più ribelle che vi è insita dentro di sé. Quella parte che solitamente in realtà per via del perbenismo e della rassegnazione viene costantemente tacitata! Sepillo riesce (forse) con le sue parole a darle un sussulto! Perché è innegabile che il messaggio che Giuseppe voglia dare sia rivolto allo spettatore! Ed è un messaggio attuale più che mai. Non dico che sia nell’intenzione dell’autore aver necessariamente preso spunto “da altri giullari che vanno nelle piazze, grazie al dono della “Parola”, a mettere a nudo “Il Potere” che soggioga il popolo attraverso le TV e i Giornali. Il quale alla fine come una stella si immola sull’altare di una Giustizia “ingiusta” sotto le pressioni della dea “Potere” che ha perso la Luce dell’Onesta, conscio che pur spegnendo una stella, che vi saranno tante altre stelle che verranno dopo di lui illuminando la verità celata agli occhi del popolo!”.

 

Spero che Giuseppe non me ne voglia se ho voluto dare una tale lettura, poiché l’importante è il suo di messaggio, che al di là di tutto, mi auguro rimanga a lungo dentro lo spettatore e ne faccia tesoro. In conclusione una vera “prova d’attore, regia e sceneggiatore” completa per una futura stella del Teatro!

 

Ma adesso voglio passare alla “Commedia Brillante” di Gabriele Perrini! Ed effettivamente quest’opera e i suoi interpreti hanno veramente brillato tanto durante la serata conclusiva del “Teatro Festival 2013” (tant’è che sono riusciti a fermare la pioggia che “minacciava” la rappresentazione”).

 

Quella di Gabriele (diversamente dall’opera di Vincenzo) è una rappresentazione più leggera, meno impegnata e certamente più alla portata di tutti (grandi e piccini). E quando poc’anzi parlavo di altre future rivelazioni mi riferivo a un’altra vera rivelazione in tutti i sensi. Ovvero all’altra protagonista della Commedia di Perrini. La “dirompente” Mariagrazia Cascio nel ruolo di “Assunta Pomodoro” moglie di “Santino Colluccello” (Gabriele Perrini). La sua interpretazione spontanea e con tratti di improvvisazione è stata fondamentale per la riuscita della commedia, più corale rispetto a quella di Giuseppe Vignieri. Infatti nella commedia si distinguono anche gli altri protagonisti che fanno parte (se non erro) dei Neuroninatto! Ma senza dubbio Mariagrazia riesce a dare alla commedia il sapore della spensieratezza che coinvolge tutti gli spettatori. Inoltre l’opera in sé è uno spaccato delle visione un po’ bigotte e ipocrite che di primo acchito investono effettivamente la visione degli altri che incontriamo nel nostro quotidiano. Ed il messaggio che proprio Gabriele e tutti gli interpreti vogliono dare lo riassumerei in toto, nel detto siciliano che per l’occasione credo calzi a pennello, ovvero: “A tartaruga mienzi a via u so’ jemmi un su talia!”

 

Infine, voglio fare i complimenti in particolare, proprio a Gabriele (figlio e nipote d’Arte di Vincenzo del “Gruppo dei 2001” e del Maestro Loreto Perrini) per l’utilizzo del linguaggio e dei modi di dire tipicamente castelbuonesi e siciliani, che permettono, riprendendo lo stile del Veglione Carnevalesco, allo spettatore di rivedersi nei personaggi, nei modi e nelle fisime quotidiane, egregiamente interpretate da tutti giovani attori (a parte Roberto Mazzola nel ruolo di “Nonno Felice Scassamento” che non me ne voglia se non lo annovero tra i giovani per età anagrafica!).

 

E a tal proposito mi permetto proprio di fare un elogio a tutti questi giovani e non, appassionati dell’arte della Commedia e del Teatro in genere. I quali da diversi anni oramai con passione si dedicano al Teatro, e ai quali noi cittadini castelbuonesi dobbiamo dire “Grazie!” Perché la loro passione indirettamente ci investe e a mio avviso dovrebbe renderci orgogliosi.

 

E non mi riferisco solo a loro, in quanto amanti del Teatro, ma a tutti coloro che per passione negli ultimi anni nonostante le difficoltà economiche che tutti i comuni ed in particolare il nostro stanno passando riescono a mettere in “opera” eventi come il Teatro Festival, l’Ypsigrock, il DiVino Festival, Castelbuono è una Favola e il Giro Podistico di Castelbuono!

 

Io da cittadino castelbuonese vorrei sottolineare che questi sono tutti eventi che fondamentalmente sono nati dalla passione di castelbuonesi per Castelbuono e che oggi, alcuni di essi, hanno rilevanza anche a livello internazionale! Pertanto credo che a partire dalle amministrazione a finire a ogni singolo cittadino, dovremmo cercare di contribuire (non necessariamente solo a livello economico) a supportate tutti questi nostri concittadini. Perché un giorno quando sentiremo parlare con orgoglio di un Festival Rock che non ha rivali a livello internazionale, che in quei pochi giorni trasforma Castelbuono in quel famoso “Ombelico del mondo” (che ha descritto con passione Roberto Alajmo concentrandolo nella nostra piazza Margherita e che io chiedendone preventivamente scusa, lo espando a tutta la “nostra” cittadina) o degli appassionati della Corsa più antica d’Europa, della Cultura e del Vino o dell’Arte del Teatro che magari in un futuro darà i natali a un novello Gasman (Chissà…). Noi cittadini castelbuonesi ci sentiremo ancora più orgogliosi! Perché penseremo che anche noi avremo fatto la nostra parte aiutando tutti questi appassionati che hanno reso ancor più grande e centrale quel “Piccolo Grande Ombelico del Mondo” che è la nostra bella Castelbuono, e che spesso diamo per scontato sia lei, che i suoi abitanti!

 

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