Riflessioni sui successi del Castelbuono calcio
Foto d’epoca centro polis MUVI, collezione R. Alessandro
(Di Tommaso Raimondo) – La promozione e la conquista della Coppa Italia del Castelbuono a conclusione di una stagione entusiasmante, ha risvegliato nella mia mente piacevoli ricordi.
La vittoria esaltante dei gialloneri del Presidente Vaccaro, ha riacceso i riflettori della mia memoria sui successi di quaranta anni fa.
Devo dirlo, senza ovviamente togliere nulla ai ragazzi in giallonero, che per me il Castelbuono è sempre stato “biancorosso”.
Quei colori li ho vissuti negli anni altrettanto d’oro di una squadra capace di entusiasmare forse anche più di oggi e di mietere altrettanti bei successi in giro per la Sicilia.
D’accordo, quelli erano altre tempi.
Erano tempi in cui non c’erano telefonini né web-tv, eppure riuscivamo – non so come – a dare in diretta le radiocronache delle partite e la sera della domenica, finita la partita, la telecronaca trasmessa al cinema Le Fontanelle con le “magiche” attrezzature di Emilio Minutella.
Erano tempi in cui assistemmo a Castelbuono alla “madre di tutte le partite”: Castelbuono/Villabate per il primato in prima categoria, con cinquemila spettatori al Luigi Failla e con l’arbitraggio del sig. Fabbricatore di Roma che qualche anno dopo finì per dirigere partite in serie “A”.
Erano tempi in cui un giovanissimo Enzo Cucco, insostituibile stopper di quegli anni, volava ogni sabato da Milano a Palermo per venire a giocare le partite con il Castelbuono, perché di lui non si poteva fare a meno.
E quelli erano anche gli anni in cui Lucio Di Gangi, indimenticato mister dei biancorossi, dopo aver saputo che uno dei suoi giocatori sarebbe stato “addomesticato” dagli avversari assetati di punti salvezza, decise di prendere in disparte il nostro giocatore dicendogli (io ero lì e lo sentii): “oggi la fascia di capitano è tua. Conduci la tua squadra alla vittoria”.
Quel giorno i biancorossi vinsero e lui, il nostro giocatore-capitano, fu il migliore in campo.
Ecco, i ragazzi in giallonero devono ricordare anche questo. Le vittorie sono più belle quando entrano nella storia di una società, di un paese come il nostro, quando si riesce a gettare il cuore oltre l’ostacolo ed essere orgogliosi di avere compiuto un’impresa storica.
Oggi, come quaranta anni fa.