“Se questo è un teatro”. Risposta di Paolo cicero al sindaco

(Riceviamo e pubblichiamo)

Egregio signor sindaco,

Da qualche tempo ho maturato la decisione entrare poco nelle vicende di Le Fontanelle. Non perché disconosca la valenza civica che io ed altri amici ci siamo intestati su Le Fontanelle ma perché era cominciata una fase in cui continuare la nostra fervente attività precedente sarebbe equivalso a lottare contro i mulini a vento perché lei, con la sua amministrazione e il gruppo di progetto a lei devoti, aveva:

  • approvato, affidato e cantierizzato il progetto, indipendentemente dal fatto che potesse risultare la programmazione di un fallimento funzionale (in quanto a-funzionale, altro che poli), socio-culturale (Castelbuono continuerà a non avere un teatro), economico (il progetto rischia di bloccarsi ad ogni passo continuando ad insidiare aree tutelate)
  • fatto diventare una questione dirimente la non modificabilità sostanziale di questo progetto, come testimoniano tutti i suoi interventi, incluso quest’ultimo pubblicato recentemente
  • il coltello dalla parte del manico, come affermò il presidente Sammartano della V Commissione “Cultura, Formazione e Lavoro” il 18/02/2020, nell’audizione su Le Fontanelle nella quale era convocato lei, che portò con sé il suo progettista e il RUP, e il sottoscritto quale rappresentante del Comitato per Le Fontanelle, lavandosene le mani come Ponzio Pilato

Tre evidenze queste che mi hanno fatto rimbombare in testa con ritmo sempre più sonoro, alcune locali perle di saggezza, quali: “Quanni u sceccu un vo viviri, è nutili friscari”, “Punciri u sceccu nna muntata”, “Fari trasiri u sceccu ppâ cura”, “Cu scecchi caccia e fimmini cridi, suli i paradisi unni vidi”. Tanto che rischiavo di perdere di vista chi delle due parti stesse interpretando, mutatis mutandis, il personaggio principale di queste perle di saggezza.

Chi fosse il personaggio principale però, dato che a Castelbuono come lei dice ci conosciamo tutti, continuò sempre ad essermi chiaro. Ma ho ritenuto più opportuno, per non far venire ad altri il dubbio, entrare in “stand-by” (mi scuso per il termine anglosassone ma stavolta è molto più appropriato di “sospensione” perché il primo equivale più ad “attesa vigile”, il secondo ad “attesa inoperativa”).

Ora però, nel leggere l’ennesimo suo vile tentativo di asserire, seppure nel pittoresco lessico da “Io so’ io e voi …” a lei congeniale, che il progetto di Le Fontanelle sarebbe stato fermato dal Comitato per Le Fontanelle prima e dalla Costituente poi, per quanto anche le pietre sappiano che non è così -sì anche le pietre, soprattutto quelle attorno al Castello e a Le Fontanelle conoscono tutti in paese, sa- lascio la modalità stand-by per sbatterle in faccia che il progetto è stato fermato, e temo che possa esserlo ancora purtroppo, proprio dalla sua idea senza né capo né coda di perseguirne uno informe, inutile e irrealizzabile, coinvolgendo aree di territorio che dovrebbero  essere tutelate e non scavate con la ruspa invece di puntare a una sostanziale ristrutturazione ridimensionata e rinforzata dell’edificio esistente, curando tutti i requisiti (palcoscenico, camerini, Impianti teatrali, capienza e non mi dilungo perché ormai persino lei dovrebbe conoscerli a memoria) affinché risorgesse un teatro vero.

Non cerchi di dare colpe che sono tutte sue alla Costituente che esplica il suo ruolo di opposizione in modo documentato ed ineccepibile, né tanto meno al Comitato per Le Fontanelle che ha sempre indicato, per Le Fontanelle, strade virtuose di ridimensionamento compatibili con un teatro vero. Al contrario le uniche strade (o autostrade) che lei indicava, erano verso un inutile ed elefantesco foyer, o peggio ancora.

Il Comitato ha svegliato, purtroppo non a sufficienza forse, la coscienza critica di Castelbuono e non solo.

Il Comitato ha sempre agito disinteressatamente e fin dal 26 dicembre 2016, uno dei pochi anni in cui lei non era sindaco di Castelbuono.

Non provi quindi a millantare che il Comitato si sia schierato come ostacolo contro di lei o il teatro: il comitato si è sempre schierato PER un’idea, sana, di teatro a Castelbuono e semmai CONTRO qualsiasi idea, malata o assente, di teatro.

E questo se vuole posso ribadirlo in tutte le sedi, anche civili e legali, e con quei dati di fatto che lei non porta mai se non con vuote parole. Vuote parole che quando si arriva ad un dibattito pubblico, la costringono a promettere revisioni virtuose del progetto che, con la stessa modalità di “Prometto le promesse” del Cetto La Qualunque di Albanese, restano meteore.

Non ci possono essere ostacoli frapposti da chicchessia che possono fermare il progetto, a meno che non abbiano fondamento. Se lo hanno allora lei, con tutti gli enti parte in causa, ha il dovere di tenerne conto.

Diversamente lei può andare avanti perché ha il coltello dalla parte del manico. E allora faccia la persona seria e lo mantenga questo manico, anche quando il progetto rischia di diventare un fallimento e lei di essere identificato come chi regalato a Castelbuono, nell’area castellana, un rudere che grida vendetta, nessun teatro e un conto economico da valutare.

E se questo è un teatro … lo dovranno dire i castelbuonesi

A presto, con la sola osservanza dovuta all’istituzione che lei rappresenta.

Paolo Cicero

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