Un occhio alla Scienza e un altro alla centralità della cultura. Una rete di musei naturalistici siciliani è possibile?
(Di Maria Angela Pupillo) – Lo scorso 16 febbraio, in un incontro sviluppatosi per l’intera giornata presso la sede del museo naturalistico Francesco Minà, a Castelbuono, e moderato dal suo presidente, il prof. Rosario Schicchi (direttore dell’Orto botanico di Palermo), vari rappresentanti e delegati di realtà museali siciliane del settore naturalistico si sono confrontati per la prima volta su un obiettivo da conseguire, importante per le potenzialità che andrebbe a rappresentare: una rete di musei che supererebbe le attuali singolarità gestionali ed organizzative.
Dopo i saluti e le introduzioni, il pubblico ha seguito una dettagliata relazione su Charles Darwin, teorico dell’evoluzione dei viventi per selezione naturale, che ha cambiato i percorsi scientifici orientandoli su strade diverse da quelle tracciate dal testo biblico. La parola sull’argomento è stata data al prof. Attilio Carapezza, presidente della Società siciliana di Scienze naturali. Ma il primo importante risultato raggiunto da quella giornata in cui si è parlato di scienza è sicuramente la consapevolezza della numerosità dei presidi naturalistici esistenti in Sicilia. In tutte le province, infatti, esiste qualcosa ed alcuni musei, come si è potuto evincere dagli interventi dei rispettivi rappresentanti e dalle immagini mostrate dal dott. Fabio Lo Valvo, consigliere della Società siciliana di Scienze naturali, conservano molti e interessantissimi reperti. La storia e i contenuti del Museo ospitante sono stati illustrati dal direttore, il dr. Francesco Toscano.
L’importanza di collegarsi reciprocamnete tramite una rete è emersa costantemente ed energicamente nel corso della tavola rotonda del pomeriggio, seguita al pranzo servito nel chiostro della struttura museale castelbuonese e preparato dal ristorante di Salvatore Baggesi, Il giardino di Venere. Il pranzo è stato accompagnato dai vini offerti gentilmente dall’Abbazia Santa Anastasia e dalle squisitezze dolciarie offerte dai fratelli Fiasconaro. I convenuti si sono lasciati dandosi appuntamento a maggio per la Giornata mondiale della Biodiversità e con la proposta di adesione della neonata Rete dei presidi siciliani all’Associazione nazionale Musei scientifici.
Le realtà partecipanti alla giornata del 16 febbraio sono state: da Palermo il museo Gemellaro, il museo di zoologia “P.Doderlein”, il museo di mineralogia, il museo di storia naturale dell’istituto “F. Parlatore”, l’istituto Majorana, la collezione di entomologia agraria, ed ancora il museo storico naturalistico degli Iblei, Il Centro esplora ambiente riserva naturale di S. Ninfa, il museo regionale di Terrasini, l’Orto botanico “Pietro Castelli” dell’Universita’ di Messina, il museo ambientalistico madonita di Polizzi Generosa, il museo civico “Antonio Collisani” di Petralia Sottana, il sistema museale ateneo di Catania, il Gal Hassin di Isnello, la Società siciliana di Scienze naturali, il Parco dei Nebrodi e il museo naturalistico “La Petagna”, il museo della manna di Pollina.
A conclusione della innovativa giornata al Museo Minà Palumbo, un punto essenziale su cui riflettere sul piano culturale è sicuramente l’ignoranza reciproca delle tante azioni volontarie, professionali e non, che si indirizzano, spesso a poca distanza le une dalle altre, attorno ai beni collettivi. Si tratta delll’agire di coloro che, di questi beni, hanno cognizione e ne riconocono il valore profondo. Un intervento in merito è venuto dal prof. Massa dell’Università di Palermo. Cosa saremmo, oggi, e dove andremmo se nel tempo non avessero operato i volontari? Ecco che, come sempre, l’amore per il sapere ha prodotto frutti importanti, ma è arrivato il tempo di superare le solitudini culturali e darsi criteri scientifici e sinergici di gestione e programmazione.