Vertice operativo sulle Madonie per il contenimento della fauna selvatica e la tutela della biodiversità

In queste settimane proseguono alacremente le azioni di contenimento della fauna selvatica, e nello specifico daini, sul territorio delle Madonie, ai sensi del piano ripreso a settembre.
Stamane si è tenuto un vertice operativo presso l’Ente Parco per tracciare un primo bilancio delle operazioni.
Al vertice, convocato dal Commissario straordinario dell’Ente Parco Salvatore Caltagirone,  con il Coordinatore Scientifico dei Piani Suidi e Daini Egidio Mallia, erano presenti Marcello Catanzaro sindaco di Isnello e componente del Comitato Esecutivo dell’Ente Parco così come Ciro Pedrotti dirigente Ispettorato regionale Foreste,  il componente delegato del Dipartimento regionale Sviluppo Rurale Giovanni Misseri,  quelli dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Sergio Migliore e Antonio Spinnato, ed il direttore Ente Parco Giuseppe Maurici.

 
Per potenziare ulteriormente le azioni di contenimento si è prospettato, tra l’altro, l’impiego di chiusini di nuova generazione  del tipo “Pig Brig” di cui anche i Comuni potrebbero dotarsi per una risposta immediata ed ancora più efficace in  aree interne e contigue al Parco.
Nei giorni scorsi, intanto, un importante passaggio si è registrato con l’approvazione, da parte del Comitato tecnico scientifico dell’Ente Parco, dell’aggiornamento del Piano di contenimento suidi, che va adesso agli organi competenti per le successive valutazioni che porteranno all’adozione finale.
I capi di daini raccolti in queste settimane, oltre che essere stati destinati, previ controlli sanitari, all’autoconsumo da parte dei selecontrollori, sono stati consegnati alla stazione di alimentazione dei grifoni a Isnello, il cui nucleo selvatico conta ormai circa 60 capi alcuni provenienti da altre regioni, persino dal Friuli.


Intorno ad Isnello, intanto, gli esperti hanno registrato anche il ritorno di ben 5 Capovaccai, specie un tempo presente sulle Madonie, a rischio  estinzione di cui restano in tutta Italia non più di otto coppie nidificanti.
Si tratta come noto di una specie  necrofaga ritenuta estremamente a rischio estinzione a livello nazionale, con una importante funzione di pulizia del territorio ed oggetto di programmi speciali di tutela.
Questo nucleo di Capovaccai, spiegano gli esperti, si è insediato proprio grazie alle disponibilità alimentari provenienti dalle operazioni di abbattimento.

 
“L’Ente Parco -spiega il Commissario Salvatore Caltagirone -proseguirà ulteriormente in questa battaglia in applicazione della normativa nazionale e locale e nel rispetto della legalità, per convertire una criticità in opportunità e per tutelare biodiversità e diritti delle popolazioni locali”.

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