Ypsigrock 2016 e il futuro della sua città
[www.wired.it – di Francesco Lipari]
C’è chi nella vita tiene il conto del numero di volte in cui è stato a letto con una donna o un uomo e chi invece quante volte ha vissuto l’esperienza dell’Ypsigrock, uno straordinario festival di musica indie-rock iniziato, quasi per gioco, nel lontano 1997 e divenuto oggi un evento internazionale.
Alcuni mi raccontano di avere assistito a dieci edizioni, altri tredici, ma c’è anche chi ripercorre le stagioni della propria vita attraverso la memoria di tutti e venti gli show e di ogni singolaline up.
Personalmente mi sento ancora un neofita (e un po’ in colpa) per aver partecipato a sole tre edizioni che, seppur avendo messo in fila Editors, Moderat e Savages, non riescono a colmare quel senso di vuoto che un evento così ricco indubbiamente ti lascia una volta terminato.
Quello stesso senso di smarrimento che accomuna molti “ypsini” quando realizzano che è lunedì, il festival è finito e, con facce incredule e spossate, non rimane altro che chiedersi ancora una volta dove leccare l’ultimo gelato, «Fiasconaro o Cin Cin bar?».
Oltre alla manna locale, quest’anno ci siamo pure leccati le ferite piacevolmente provocate da Crystal Castels, Mudhoney e Savagesche insieme a Daughter, Giant Sand, Minor Victories e tutta la line up hanno saputo canalizzare tutta l’energia di una città medievale,Castelbuono, in un concentrato di pura emozione che ha trasformato per tre giorni il paesino di 9.000 abitanti nel centro del mondo musicale contemporaneo.
Un evento, Ypsigrock, che, riscrivendo il significato di music festival grazie al perfetto moto armonico attivato da organizzatori, abitanti e commercianti, è in grado di cambiare annualmente volto alla città.
Strade super pulite e con asinelli per la raccolta differenziata, attività commerciali che non chiudono mai e musica da ogni angolo del centro storico (oltre ad Ypsigrock ci sono anche importanti festival di musica Jazz e Classica) fanno indubbiamente del piccolo centro immerso nel Parco delle Madonie, la città della musica in Sicilia.
Chi scopre Ypsigrock per la prima volta crede di trovarsi all’interno di uno dei tanti festival europei, ma in pochissimo tempo si accorge, invece, di essere dentro un ecosistema musicale-urbano.
Si, perché Ypsigrock non è soltanto musica, ma è soprattutto innovazione urbana in forma sonora: un festival che si identifica fortemente con la sua città e che durante la sua tre giorni anima la fitta maglia di vicoli e chiostri medievali.
Da due edizioni il festival è uscito dal suo recinto dorato, Piazza Castello, per includere nuovi spazi. Il Chiostro di San Francesco prima e la Ex Chiesa del Crocifisso (in questa edizione bellissime le esibizioni di Federico Albanese e LIM) dopo, uniti ai tradizionalidj set dell’area camping e all’importante sinergia con il Museo Civico di Castelbuono (egregiamente diretto da Laura Barreca e Angela Sottile), identificano oggi un’inedita sovrastruttura urbana.
In particolare la Ex Chiesa del Crocifisso è stata identificata dall’amministrazione come spazio ideale per la creazione di un laboratorio urbano attivo per la città di Castelbuono. QuiFondazione con il Sud, in sinergia con l’associazione Glenn Gould (promotrice di Ypsigrock), sta investendo con lo scopo di sviluppare attività che possano innovare il contesto cittadino.
Da elogiare anche la lungimiranza della Parrocchia di Castelbuono che, apprezzando il taglio contemporaneo del festival, ha contribuito alla rinascita della Ex chiesa con la ristrutturazione dei suoi ambienti interni.
«E’ uno spazio che aiuterà a vivere meglio, producendo nuovi progetti; uno spazio che verrà utilizzato dalle associazioni di Castelbuono grazie ad una programmazione annuale» racconta Vincenzo Barreca co-fondatore dell’Ypsigrock e castelbuonese doc.
Vincenzo racconta di essere felice del successo dell’evento e immagina in futuro «un festival sempre più maturo e con nuovi spazi per la musica, che continui ad avere il suo baricentro nella piazza del castello. Sarebbe bello, inoltre, se “Le Fontanelle”, storico cine-teatro comunale e attualmente un vero e proprio eco-mostro, venisse abbattuto e sostituito da una nuova architettura, così da ridare a Castelbuono uno spazio performativo coperto che manca da diversi anni».
Fonte: www.wired.it – di Francesco Lipari
Photo Credits ®Roberto Bonomo, Pietro Sapienza, Maurizio Campanella, Roberto Panucci, Elisabetta Brian, Stefano Masselli.